Aumentano anche le esecuzioni individuali, oltre al boom delle liquidazioni controllate ex art 268, Codice della Crisi d’Impresa, e anche le liquidazioni volontarie.
Lo certificano anche i dati dell’Osservatorio Procedure e Liquidazioni di Cerved a livello nazionale. Pesa la crisi industriale, e il calo della produzione, sono oramai più di 25 mesi di calo consecutivo su base annua.
Continuano a crescere i fallimenti di imprese ad Arezzo e assistiamo al boom delle liquidazioni controllate. Dopo anni di calo culminato a giugno 2020, a fine 2024 è stato registrato un nuovo picco: +17,2% dopo il +9,8% di fine 2023.Poi ad inizio 2025 sembra proprio esserci una esplosione dei fallimenti, infatti nei primi tre mesi assistiamo al raddoppio di tutte le procedure concorsuali, e non solo, anche delle liquidazioni controllate e delle crisi da sovra indebitamento.
Cosa sta succedendo? Analizzando i comparti, boom di fallimenti emergono nelle costruzioni (+25,7%) e nell’industria (+21,2%), in particolare Metalli (+48,4%) e sistema moda (+41,1%). e soprattutto sono messe a dura prova le aziende più giovani.
Le cause del peggioramento sono da ricercare nel forte incremento dei costi, soprattutto energetici, e degli oneri sui debiti, a cui va aggiunto il deteriorarsi della congiuntura economica dello scorso anno. eE’ l’attuale crisi internazionale del commercio a causa dei dazi di Trump non fa che peggiorare ulteriormente la situazione. L’aumento non riguarda solo le procedure concorsuali fallimentari (liquidazioni giudiziali), ma tutte le modalità aziendali di uscita dal mercato, dalle liquidazioni volontarie ai nuovi strumenti di composizione delle crisi d’impresa introdotti nel 2022 dal Codice della crisi d’impresa e insolvenza. Tra questi, i procedimenti unitari e le misure cautelari hanno visto una vera impennata soprattutto tra le società di capitali (+170% dal 2023 al 2024).
Anche le liquidazioni volontarie, dopo la riduzione del 2022, hanno ripreso a crescere in maniera costante: +12,7% a fine 2024 contro +11,9% dell’anno precedente, che in cifra assoluta significa da 106.155 a 119.597 nell’ultimo anno.
Le difficoltà dell’ultimo periodo hanno scoraggiato il proseguimento dell’attività per molte imprese, in particolare le società di capitali. Si è registrato un vero boom delle nuove procedure, come i procedimenti unitari e le misure cautelari e protettive, utilizzate in maniera abbastanza omogenea in tutte le aree geografiche del Paese e in tutti i tipi d’impresa e Arezzo è in linea con il dato nazionale.
Un’ulteriore spinta verso l’abbandono dell’impresa in crisi al suo infausto destino, da parte dell’imprenditore, lo sta dando anche Il pignoramento presso terzi a cura dell’Agenzia delle Entrate- Riscossione. Questa è una procedura che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può avviare per riscossione di un debito. Si può applicare su beni del debitore o su crediti del debitore nei confronti di un terzo e ciò avviene direttamente e velocemente da parte dell’Agenzia- Riscossione, senza dover seguire le procedure ordinarie (rivolgersi al Tribunale come devono fare tutti i privati).
Con la procedura di pignoramento presso terzi, l’ente della riscossione richiede formalmente ad un soggetto diverso dal debitore (un terzo appunto, un cliente ad esempio) di versare direttamente all’Agenzia delle entrate-Riscossione quanto da lui dovuto al debitore di quest’ultima, che, a sua volta, è creditore del terzo.