In Liguria sono andati a votare circa il 45% degli aventi diritto al voto e come sappiamo ha vinto Bucci e la sua coalizione di destra, con poco più della metà dei votanti, quindi, con circa il 23% di tutti gli elettori di quella regione.
Dopo lo scandalo Toti, le sue dimissioni da Presidente di regione e infine il patteggiamento ( ha ammesso le sue responsabilità) tutti, nel campo largo, erano sicuri che chiunque avessero presentato candidato a presidente, contro la destra, avrebbe vinto, ma nessuno immaginava un’astensione dal voto di queste proporzioni, e infatti ha vinto la destra.
Il Pd e i renziani si sono affrettati ad attribuire la sonora sconfitta a Conte e a Grillo ( ai loro litigi) e ai veti posti proprio su Renzi. Ma è evidente, visto i risultati ottenuti, che né Renzi né Calenda avevano i voti sufficienti a compensare il non voto dei grillini per fare vincere Orlando, il Giustone di turno della Liguria.
Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un risultato chiaramente deludente, infatti, sembra oramai destinato all’estinzione e in effetti confrontando il numero dei voti con quello delle europee alle regionali i grillini hanno visto un’emorragia di voti enorme. Perché è successo questo?
Crediamo sia molto semplice da spiegare e da capire. I grillini nascono contro la casta, contro la vecchia politica ( lasciamo stare che poi falliscono su tutto e non riescono a realizzare quel cambiamento proposto e promesso) come si può immaginare che chi è tornato a votare nel 2013 e nel 2018, dopo tante delusioni, per votare M5S proprio contro quella classe politica, tra cui trova posto proprio Orlando ( è in politica da 35 anni) ma anche Renzi, Calenda etc , oggi sarebbero andati a votare l’Orlando il Giustone del PD di turno? Un politico che incarna tutti gli elementi della casta ( ha ricoperta incarico di massimo livello Ministro del Lavoro e della Giustizia etc. etc. ), un politico che ripetiamo non può essere votato da chi ha votato M5S e ha creduto nel cambiamento, perché quell’elettore se deve votare uno come lui se ne sta a casa, visto che non riesce a vedere la differenza con gli altri politici di destra, anzi nel caso di Bucci, la novità l’ha vista proprio in lui che fa politica da poco tempo e magari a votato proprio per lui.
La Todde e la Sardegna ci hanno dimostrato la strada da seguire, se si vuole vincere con la partecipazione di tanti elettori, ci vogliono candidate/i che non incarnano la casta, che sia evidente e limpida la loro indipendenza e soprattutto la non appartenenza a logge o a congreghe (in senso lato, e non che Orlando vi appartenga perché non siamo a conoscenza di nulla in tal senso) che abbiano idee e progetti politici riformisti e progressisti. Solo così quel 55% che non è andato a votare può ritrovare la voglia di recarsi alle urne e sperare in un cambiamento.
Certo ora il PD è il partito più forte ed è innegabile, certo l’operazione di Prodi e Franceschini di affidare il partito ad una donna giovane è stato un successo (perlomeno elettorale), ma se ora da questa posizione di forza vogliono imporre i loro candidati ( che quelli fidelizzati Pd votano) però non possono pensare di avere i voti di chi ha voto M5S per le ragioni di cui sopra.
Pertanto se non vogliamo che questa destra destra continui per altri venti anni a governare, a livello locale e nazionale, c’è bisogno di un cambio di passo e soprattutto di candidati.
Il Giustone di turno, che è vissuto di politica ad alto livello, che agli occhi dei più rappresenta la casta, insomma un politico che è riuscito a galleggiare ai vertici per anni, il 55% che non è andato a votare, ma nemmeno una parte di questi, sono disposti a tornare alle urne per sostenerlo, anzi gli astensionisti aumenteranno e proprio nel campo progressista.