Era il 17 luglio scorso quando l’onorevole Tiziana Nisini e il prefetto di Arezzo Maddalena De Luca, insieme ai rappresentanti della consulta orafa aretina Giordana Giordini, posavano radiose per i fotografi al Viminale ( foto di copertina) durante l’incontro con il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia Vittorio Pisani ed il direttore centrale dell’anticrimine Alessandro Giuliano, cercando, con i loro sorrisi smaglianti e rassicuranti, di significare agli orafi derubati, che da li in poi potevano stare tranquilli .
Poi sappiamo come è andata a finire: i furti continuano, forse come prima o o peggio con maggiore intensità.
Ora abbiamo appreso “la grande notizia per l’amato ( da lei) Valdarno”, ovvero insieme alla sindaca di Montevarchi Chiassai Silvia, hanno incontrato il sottosegretario Durigon, è udite udite hanno portata a casa “l’annuncio della cassa integrazione in deroga per il 2024”. Notiziona: “i lavoratori potranno stare a casa senza lavorare e percepire una parte di stipendio”. Noi credevamo che la cassa integrazione fosse un ammortizzatore sociale, dovuto in situazioni di crisi e non qualcosa da ottenere o vedersi concesso, inoltre, ci risulta che la richiesta era stata fatta, come sempre succede, dalle OO. SS. ed era di 12 settimane, che solitamente sono concesse; ma evidentemente ci sbagliavamo e, quindi, grazie all’Onorevole eletta nel territorio per l’impegno e il risultato ottenuto.
Certo ci auguriamo che non vada a finire come la sicurezza dai furti per il distretto orafo, perché non vorremmo che la prossima grande notiziona per i lavoratori “amati” del Valdarno domani sia la NASPI per tutti. Noi sinceramente e di cuore auguriamo a tutti i lavoratori del Valdarno di rientrare nel posto di lavoro quanto prima.
Considerato che l’Onorevole Tiziana Nisini è membro e Vicepresidente Commissione lavoro pubblico e privato, ci permettiamo di sottolineare che voler distinguere i lavoratori tra i seri e i non e veramente discriminatorio, noi crediamo che tutti i lavoratori lavorano “seriamente” , tanto seriamente che molti di loro ci perdono la vita, vedere cosa lei scrive fa male ( post di seguito) molto male, chi sono secondo lei quelli che non ci mettono serietà nel loro lavoro? Ci faccia sapere!
Ma ci permettiamo anche di significarle che lei forse potrebbe interessarsi al dramma del caporalato nel distretto orafo aretino dove chi ci lavora, si fidi, lo fa sempre “seriamente“. E ancora più seriamente lavora chi è preso per fame, ed è costretto a lavorare al nero e senza alcun diritto, e magari proprio perché lo Stato non gli concede il permesso di soggiorno. E Onorevole pensi che questi poveri esseri umani lavorano per un pezzo di pane (pochi euro al giorno) per 12/14 ore di continuo, e si ricordi che questi dipendenti si impegnano così seriamente tanto quanto i lavoratori che hanno garantito tutti i loro diritti e forse proprio per la loro vulnerabilità molto di più. .
Immaginiamo che per lei tutti i datori lavorano seriamente, ci mancherebbe altro, e a questo punto vorremmo da lei una parola sui tanti imprenditori orafi che si arricchiscono con il caporalato ad Arezzo, ci chiediamo e vorremmo chiederle, non tanto se ha saputo cosa abbiamo scritto noi il 03 luglio 2024, ma se ha letto l’articolo de “Il Post” del 27 settembre scorso, oppure, se ha visto il bellissimo e drammatico servizio su La 7 a “L’Aria che tira” del 17 ottobre scorso? Se ha conoscenza di questi documenti perché non sente il bisogno di dire qualcosa o magari di fare un post sui social?
Onorevole se non ha avuto notizia la invitiamo a farlo tramite i link allegati:
https://www.ilpost.it/2024/09/27/sfruttamento-caporalato-oreficeria
https://www.la7.it/laria-che-tira/rivedila7/laria-che-tira-17-10-2024-563046
Noi da una Vicepresidente commissione lavoro, eletta nel territorio, che si vanta di volerlo rappresentarlo a Roma, e che ” vuole tutelare chi lavora seriamente” (speriamo che voglia tutelare tutti i lavoratori) ci aspettiamo una risposta e magari un interessamento a quanto denunciato nei suddetti servizi, perché il caporalato è una piaga del lavoro, è una mancanza totale di diritti, di dignità, di rispetto umano delle lavoratrici e dei lavoratori, la sua commissione ha proprio come compito istituzionale primario di contribuire a garantire i diritti a tutela di tutti i lavoratori uomini e donne, per preservare la loro dignità di esseri umani, con leggi moderne, adeguate e attuali, perché solo così si può avere progresso e crescita economica e sociale ad Arezzo e in Italia, e chissà forse anche più sicurezza contro i furti per il distretto orafo.