Con delibera del 10 novembre 2021, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha deliberato, ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera d),del d.lgs. n. 39 del 2013, la inconferibilità «dell’incarico conferito al Dott. Francesco Macrì, di Presidente della società Estra S.p.A. in data 31.07.2017 e la conseguente nullità degli atti di conferimento degli incarichi e dei relativi contratti, ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. n. 39/2013. La predetta delibera è stata impugnata dal Comune di Arezzo con ricorso al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio che, con sentenza 13 ottobre 2022, n. 13058, lo ha respinto ritenendo infondate tutte le censure.
La sopracitata sentenza è stata impugnata dal Comune di Arezzo con ricorso al Consiglio di Stato che in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando sull’appello, proposto, lo rigetta.
Pertanto a questo punto è stata posta la parola fine a questa vicenda giudiziaria, ed è stato stabilito, in via definitiva, che la nomina del 2017 di Macrì alla presidenza di Estra era illegittima, perché in violazione di una legge, quindi, non solo era inconferibile quell’incarico a Macrì, ma ha anche stabilito la conseguente nullità degli atti di conferimento d’incarichi e dei relativi contratti.
A questo punto sarebbe opportuno sapere come intende procedere il Comune di Arezzo e anche Estra costa intende fare, anche per rassicurarci che non ci saranno delle conseguenza economiche per la società, vista la natura della stessa, pubblica.
La sentenza definitiva del Consiglio di Stato è di fine agosto scorso, a noi non ci risulta, ma ci possiamo sbagliare, che il sindaco abbia preso posizione o fatto una nota pubblica dopo la notifica delle sentenza, che ha visto il comune di Arezzo soccombere sempre e in tutti i gradi di giudizio dell’autorità amministrativa (TAR e Consiglio di Stato).
Il Sindaco Ghinelli, che fa lezioni di educazione civica ( tra cui rientra il rispetto delle leggi) nelle scuole ai nostri giovani, a questo punto vuole almeno chiedere scusa ai suoi concittadini per questa accertata violazione di legge?
In un paese occidentale normale i sindaci e in genere i politici si dimettono per molto meno, ma se non possiamo aspettarci una tale scelta civica e di civiltà, perché oramai non si indigna più nessuno e i politici non si dimettono mai, e visto che tutti si può sbagliare, ci mancherebbe altro, ma poi ci si assume la responsabilità dei nostri errori, e si paga, dimettendosi.
Certo è che Ghinelli sembra in buona compagnia, ci riferiamo alle opposizioni. Infatti, non abbiamo letto nulla su questa sentenza dai partiti d’opposizione, ne tantomeno abbiamo notizia dell’indignazione dei Consiglieri Comunali d’opposizione. Non ci risulta che qualche consigliere d’opposizione, in consiglio comunale, abbia contestato, dopo il Consiglio di Stato, a Ghinelli questa nomina avvenuta in violazione di legge, e magari che abbia chiesto conto di quanto è stato speso dal comune per spese legali, per i due gradi di giudizio, ad esempio.
Non potevamo aspettarci che i consiglieri comunali di maggioranza si indignassero, poi per una violazione di legge, lo sappiamo come la pensa la destra e quella aretina non si distingue sicuramente, ma ci farebbe molto piacere ci volessero smentire e prendere le distanze da Ghinelli, siamo qui ad aspettare.
Di seguito la sentenza definitiva del Consiglio di Stato: