Dopo il 25 luglio 1943 finisce l’era del duce, con il suo arresto, e inizia la Repubblica Sociale, sempre un regime fascista, sempre dittatura, che, forse fu ancora più efferato e criminale del precedente.
Giorgio Almirante, a cui FDI intitola la sua sezione a Subbiano, era un funzionario del regime fascista durante la Repubblica Sociale Italiana, dal 25 luglio 1943 alla fine della guerra 1945, per la quale ricoprì la carica di capo di gabinetto al Ministero della cultura popolare. Una figura apicale di quella dittatura.
Dal 25 luglio 1943 alla fine della guerra 1945, che è stato il periodo più drammatico per la popolazione italiana e anche per i subbianesi, ed è proprio, quando Almirante era a capo del gabinetto del Ministero di quel regime, che avvengono i massacri e l’uccisione dei nostri giovani, che erano dalla parte giusta, che hanno avuto il coraggio di ribellarsi al fascismo, e le spoglie di molti di loro riposano proprio nella Cappella alla Memoria della Resistenza nel Cimitero di Subbiano.
La scelta di ubicare, la Cappella alla Memoria della Resistenza proprio a Subbiano, fu motivata, sia dalla presenza nel suo territorio (Alpe di Catenaia) delle più importanti formazioni Partigiane della provincia, sia dall’alto numero di subbianesi vittime innocenti dei fascisti/repubblichini e dei nazisti.
Giorgio Almirante, che non ha mai preso le distanze dal fascismo, tutt’altro, fu esponente di spicco della Prima Repubblica mantenendo la carica di deputato dal 1948 alla sua morte.
Riteniamo la scelta di FDI di Subbiano, un vero e proprio affronto a tutti quei giovani uccisi dai fascisti, dai repubblichini, dai nazi/fascisti, quindi, da quel regime efferato e criminale di cui Almirante faceva parte in posizione apicale.
La sezione Giorgio Almirante a 200 metri, in linea d’aria, dalle povere salme di quei ragazzi uccisi proprio dai repubblichini fascisti, oltre che discutibile forse è una scelta proprio di cattivo gusto.
Almirante, nel dopoguerra fu difatti uno tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, un partito d’ispirazione neofascista di cui fu segretario tra il 1947 ed il 1950 e, successivamente, tra il 1969 ed il 1987, appoggiando nel 1972 la fusione con gli esponenti monarchici che comportò la ridenominazione del partito in Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.