Ad Arezzo non solo non abbiamo un’Università, non l’abbiamo mai avuta in epoca moderna, ma non abbiamo più nemmeno un Dipartimento (ex Facoltà). Le Facoltà, prima, e i Dipartimenti, poi, questi si li avevamo, sempre dell’Università di Siena, ma l’ultimo è stato chiuso proprio con questa giunta.
Non solo, la giunta Ghinelli, dopo aver assistito inerme alla chiusura dell’ultimo dipartimento presente al Pionta, da parte di Siena, ha iniziato a spargere, in tutto il territorio comunale, le aule dove si tengono le singole lezioni, senza un collegamento e solo per riempire degli spazi vuoti, così da poter dire che aumentava la proposta formativa, ma i corsi sono sempre gli stessi.

Forse proprio per nascondere il progressivo ridimensionamento della sede distaccata di Unisi ad Arezzo, dovuto alla scomparsa dell’ultimo dipartimento, questa giunta, ha iniziato a spargere le aule in tutta la città ex casa delle culture, ex casa della musica, Fraternita dei laici e ora ex mercato logge del grano.

Università non è e non può essere solo delle aule dove si tengono delle lezioni.

Università è un luogo organizzato, complesso e da vivere a tutto tondo, da parte degli studenti, del personale universitario e di tutti, certo servono le aule per le lezioni, ma anche per lo studio, persino per il confronto e pure per fare conoscenze e per crescere insieme.

L’Università persino da un punto di vista fisico è un’organizzazione complessa, che ha bisogno di essere concentrata in un unico grande luogo, con tutti i servizi necessari vicini e senza bisogno di dover fare chilometri per seguire le varie lezione durante la giornata e poi dover andare a Siena se si vuole fare un ricevimento in presenza con il professore.

E infine essere proclamati dottori, ma in un’aula magna ma al Dipartimento a Siena.
Le matricole dei corsi che si terranno ad Arezzo, saranno costrette a continui spostamenti, a tanti disagi con la perdita di tempo, di tutte le occasioni e opportunità che determina studiare fisicamente un un unico luogo, in un unico complesso immobiliare, dove si trovano le aule, le biblioteche, le stanze dei professori, la segreteria, la portineria la mensa e il ristoro del dipartimento etc etc .

E tutta questa propaganda dell’amministrazione aretina, oltre al disagio per gli studenti, a cosa serve? Forse per mettere una pezza agli errori di questa amministrazione ,che, hanno determinato prima la chiusura dell’importante esperienza della Casa Delle Culture, poi, la chiusura del Mercato delle logge del grano, iniziativa utile, bellissima e innovativa per questa città, che, offriva ai cittadini in centro prodotti locali di alta qualità.

Così non si fa il bene di Arezzo, ma solo propaganda, perché, come detto sopra, spargere le aule per la città è l’esatto contrario di costruire un’Università, di potenziarla o migliorarla, così si rischia di disgregare quel poco che resta dell’ex Polo Universitario Aretino.

Cos’ si continua a ridimensionarla l’Università di Siena ad Arezzo, e a scoraggiare i giovani a frequentarla.