Confagricoltura Arezzo, sui cereali siamo alla beffa. Servono politiche per equa remunerazione
Dopo gli appelli ad incrementare la produzione il mercato non premia gli agricoltori, Bartolini Baldelli: il Governo agisca
Dopo mesi di appelli e nel mezzo di una situazione geopolitica di grande incertezza, per gli agricoltori che hanno aumentato la produzione di cereali non c’è equo compenso. Per Confagricoltura Arezzo siamo di fronte ad una beffa che coinvolge imprese, lavoratori e famiglie vittime di rincari che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura.
«Quest’anno la situazione del mercato dei cereali è critica – dichiara il presidente di Confagricoltura Arezzo, Carlo Bartolini Baldelli – Oltre al maltempo primaverile che ha determinato un decremento consistente delle rese, si apprende dalle quotazioni che i prezzi sono decisamente inferiori alle aspettative, ma soprattutto nettamente inferiori ai costi di produzione, pertanto le aziende che hanno prodotto cereali avranno un risultato economico negativo. Fino a pochi mesi fa il mondo agricolo ha ricevuto numerosi appelli affinché si incrementasse la produzione di cereali, considerati, a ragione, una coltura strategica per il nostro paese. Peccato che oggi, come già troppe volte accaduto in passato, i prezzi all’ingrosso non coprono nemmeno i costi. Siamo fermamente convinti che non sia più sufficiente prendere a riferimento esclusivamente le quotazioni di borsa che spesso sono condizionate da speculazioni finanziarie ed eventi geopolitici».
Da parte di Confagricoltura Arezzo parte l’appello a valutare l’economia reale e a contrastare le speculazioni finanziarie: «Se non ci sarà una presa di coscienza da parte di tutti i soggetti della filiera e del Governo che nella costruzione dei prezzi è diventato indispensabile tenere conto dei costi di produzione, ci saranno conseguenze pesanti. Da un lato il settore cerealicolo del nostro territorio continuerà gradualmente a diminuire fino a spegnersi definitamente, dall’altro aumenterà la dipendenza degli approvvigionamenti da paesi esteri. Anche a livello nazionale Confagricoltura ha chiesto al governo che si incentivi una strategia tesa ad equilibrare la corretta remunerazione per questo comparto produttivo primario in ambito di composizione del prezzo. Per il settore cerealicolo, ma più in generale per la nostra agricoltura, è necessario un piano strategico di medio/lungo periodo, da troppi decenni assente, che punti seriamente alla valorizzazione dell’economia e dell’impresa agricola. Solo così si potrà garantire una corretta remunerazione per le imprese ed, al contempo, una stabilità dei prezzi al consumo i cui aumenti avvenuti negli ultimi tempi, è evidente, non dipendono dall’agricoltura. Confagricoltura lo ha richiesto con forza al governo anche durante la scorsa assemblea nazionale».