Confagricoltura Arezzo, non si trova manodopera agricola: a rischio i raccolti

Solo nella nostra provincia il fabbisogno si aggira intorno alle 1500 persone. Bartolini Baldelli: «ridare dignità al lavoro e puntare sui nostri giovani»

Il grido delle aziende agricole senza manodopera si fa sentire a Roma, alla conferenza nazionale di Confagricoltura dove il presidente aretino, Carlo Bartolini Baldelli, porta i numeri del fabbisogno delle realtà della nostra provincia. «Stiamo parlando di un differenziale che si aggira sulle 1500 persone tra manodopera specializzata e non – spiega Bartolini Baldelli – ad essere in sofferenza sono tutte le imprese a prescindere dal luogo e dal genere di produzione – prosegue il presidente di Confagricoltura Arezzo – il problema ormai non riguarda solo alcuni comparti e non solo gli stagionali, ma è generalizzato anche riguardo figure qualificate per l’agricoltura 4.0».

Il tema è stato affrontato a Roma, in occasione del convegno «Lavoratori agricoli cercasi. Mercato del lavoro agricolo: antichi vizi, nuove virtù» di mercoledì scorso. L’iniziativa organizzata da Confagricoltura nazionale ha coinvolto il mondo della ricerca, del sindacato e il Ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

«Ogni anno che passa continua a crescere il fabbisogno di manodopera – dichiara Bartolini Baldelli – il fenomeno sembra inarrestabile, non è una questione solo agricola, si tratta di un fenomeno dalle caratteristiche strutturali. Finora si è ricorso in modo crescente a manodopera straniera e quindi si sono fatti i conti con le incertezze dei decreti flussi e delle procedure, ma anche questo canale non offre più risposte. Per questo occorre ridare dignità al lavoro agricolo e renderlo maggiormente attrattivo, specialmente per i giovani. Quando parlo di carenza di manodopera non mi riferisco solo a quella stagionale, ma anche a quella professionale, quindi a una nuova generazione di lavoratori specializzati e capaci di operare con le nuove tecnologie».