Il progetto del PD nasce con il presupposto della fusione degli ex comunisti con gli ex democristiani di sinistra, e con l’obbiettivo di creare una forza politica socialdemocratica. Quindi, viene superato il modello comunista per abbracciare quello delle socialdemocrazie.

Ci chiediamo se il fallimento di questo progetto politico non è nella mancata individuazione di un progetto politico alternativo proprio a questi due modelli? Secondo chi scrive si.

Una forza progressista, che immagina come suoi i valori sociali come la condivisione, l’inclusione e la redistribuzioni in contrapposizione all’individualismo e all’arroganza del più forte, valori tipici della destra, oltre all’impegno a rendere effettivi i diritti e riconoscerli uguali per tutti. Solo con un processo diretto a questo obbiettivo il PD di Schlein può tornare ad essere di interesse per quella metà degli italiani che non vanno più a votare, per riportarli nelle urne e liberare il paese da questa destra nostalgica.

Giorgia Meloni non ha assolutamente conquistato gli italiani,  non è affatto penetrata nell’Italia del popolo. Lei ha conquistato i poteri forti le logge, le congreghe è certamente penetrata nell’establishment che vede nella leader di Fratelli d’Italia la possibilità di una svolta reazionaria. La Meloni lo sa ed è per questo che vuole occupare tutti i posti di potere e controllare tutti i media, solo così lei sa comandare. Lei è una donna che vuol comandare e prova a farci credere che comanda, il suo metodo preferito è l’ordine, il comando non la condivisione e il confronto. I suddetti poteri forti, più o meno occulti, in lei vedono un ritorno al passato e ciò li rassicura, perché loro vogliono frenare la spinta al cambiamento che arriva dai cittadini, dai giovani dal popolo, sono nostalgici dell’uomo solo al comando.

La possibilità che Elly Schlein possa un giorno governare e prendere in mano questo paese spaventa proprio l’ establishment e i sedicenti riformisti del PD, che, votano con Meloni per rendere reato universale la GPA, ad esempio, sono proprio quei catto-comunisti che temono di perdere un potere trattenuto con le unghie dal 1948 ad oggi. Questi, nel PD, tanto per capirsi, sono tutti quelli che negli ultimi dodici anni hanno governato senza che il PD avesse mai vinto un’elezione politica nazionale. Sono i piddini che finora, grazie allo status quo, hanno avuto poltrone, presidenze, potere, denaro e non vogliono perderli.

Elly Schlein, prima ancora della destra, è il pericolo numero uno proprio per la gerontocrazia catto-comunista che ha controllato il PD fino adesso. Lei non è una superficiale, lei non usa slogan semplici e immediati tanto cari ai populisti, che si sono dimostrati per quello che erano “Fake”, vedi l’aver promesso di aprire il parlamento come una scatoletta di tonno dei cinque stelle.

Per distogliere l’attenzione dall’evidenza i vecchi tromboni del PD cercano di descrivere la svolta di Schlein come una pericolosa svolta comunista, ma ve lo dovete ficcare nel capo Elly è una riformista del 2023, lei sta cercando di creare un’alternativa ai due modelli fallimentari, il comunismo e la socialdemocrazia.

Si può cercare di screditarla con l’ironia, vedi intervista di Elly al giornale di moda, arma sempre vivida negli strumenti dei vecchi tromboni, ma va detto che il riformismo oggi non può che essere liquido e tenere insieme moltitudini di istanze e rivendicazioni. Chi è in grado di farlo capire ai vecchi dinosauri del PD, che, non esistono più le provincie rosse, le certezze degli zoccoli duri nell’elettorato di certe zone del paese, che, hanno permesso ai gerontocrati del PD, con leggi elettorali che fanno scegliere a loro gli eletti, di ridurre le masse popolari a correnti di partito a loro piena disposizione. Chi glielo spiega a questi dinosauri che i ballottaggi del 28 maggio scorso li hanno persi loro con le loro vecchie fallimentari logiche e pretese e non Schlein?

Tramite La Stampa, Alessandra Ghisleri ha diffuso i risultati dei sondaggi svolti nelle città in cui si votava, e il dato è chiaro:il Partito Democratico ha ottenuto il 16,18%, Fratelli d’Italia il 13,6%Lega il 7,55%
Forza Italia il 6,66%.

Quindi, il PD è risultato il partito più votato. Questo è il risultato incoraggiante e di nuovo si sono mostrati tutti spiazzati. Le candidature nelle citta dove si votava nell’ultima tornata amministrativa sono frutto di scelte precedenti alla nuova segreteria PD a guida Schlein, che è in carica da poche settimane, non è riuscita in così poco tempo a trasmettere alle nomenclature locali del PD la novità da lei incarnata, diciamolo chiaramente: non ha potuto certamente modellare le candidature locali di questa tornata elettorale. Quindi, è vero il contrario di quanto affermato dai vecchi tromboni del PD: gli uomini scelti localmente dalla vecchia nomenclatura del PD e dai vecchi capibastone hanno perso ovunque. Il centro-sinistra ha perso molti comuni che amministrava. Ma c’è un dato che ci fa ben sperare, c’è una luce in fondo al tunnel: il PD in quanto partito è vivo, è tornato ad essere attrattivo ed è stato il più votato ovunque. L’Effetto Schlein, dunque c’è stato ed è positivo.

Gli uomini scelti dal vecchio e moribondo PD non piacevano alla gente, non sono stati in grado di costruire alleanze territoriali per vincere le elezioni, in parte danneggiati da quel che resta del movimento Cinque Stelle del prossimo al trapasso politico Giuseppe Conte, disturbati dai riformisti interni al PD che non hanno avuto il coraggio di Renzi e Calenda di andarsene e di costruire la propria area liberale, per restare attaccati ai benefit del grande partito: poltrone, potere e al sopradetto zoccolo duro di voti ( 20% +/-). Sia chiaro a tutti ha perso il PD dei tromboni e dei gerontocrati, non la segreteria Schlein. È del tutto evidente che sono in molti che hanno paura dell’effetto Schlei, e se è la destra che manipola la narrazione si può anche capire il perché, ma non è più accettabile quando la narrazione è manipolata da dentro il PD, dai vecchi tromboni “catto-comunisti”.

Chi scrive pensa questo e si augura che chi vuole costruire l’area liberale lo faccia fuori dal PD, come hanno fatto Renzi e Calenda e facciano presto, trovino il coraggio di andarsene, Stanlio e Olio della politica lo hanno fatto li seguano; oppure, se ne facciano una ragione e si ritirino, perché è oramai evidente che questa destra governerà per i prossimi cinque anni e forse anche più e in ogni caso loro al potere non ci tornano e si dovranno dimenticare le poltrone, per loro e per i loro amici.

Sia chiaro a tutti i liberali che restano nel PD, lo fanno per il potere. Questi vecchi tromboni cercano di cambiare pelle dicendosi “riformisti” ma è un inganno linguistico, i gerontocrati, perdono il pelo ma non il vizio, diciamolo con molta forza, sono sempre i soliti “catto-comunisti”, la smettano di parlare di novità e non si vergognino di dirlo. Questi sono oramai tutti profili politici desueti. Il PD di Schlein, è proprio l’alternativa a voi vecchi “catto-comunisti”, per voi non c’è più posto.