Il 13 Aprile si è svolto ad Arezzo il consiglio comunale aperto sul “ disagio giovanile” .
Interventi interessanti e proposte concrete, come quella avanzata dal PATTO EDUCATIVO IN RETE YEA!, che ha chiesto l’istituzione di una consulta infanzia-adolescenza locale, proposta piaciuta a più d’un consigliere comunale (ricordiamo Romizi, Menchetti, Vaccari, Donati).
Pare invece non sia affatto piaciuta alla Vicesindaca-Assessora-Presidentessa della Fondazione Arezzo Comunità Lucia Tanti, che col tono perentorio a lei caro ha bocciato l’idea della consulta , bollando il Patto Educativo in Rete YEA! come “estemporaneo” in quanto risultato dell’emotività legata a fatti di attualità recente.
Concedendo venia alla Vicesindaca-Assessora-Presidentessa della Fondazione Arezzo Comunità per una certa confusione tra causa (quasi sempre, storicamente, un accadimento che colpisce la comunità) ed effetto (un progetto/un’iniziativa/una norma conseguenti e legati all’accadimento di cui sopra, ma ovviamente ragionati e strutturati), occorre sottolineare come in YEA! confluiscano tante associazioni che operano ad Arezzo da anni, anche sul tema specifico, come: Affid.Ar, Fidapa, Lions Club Arezzo Host, C.I.F., Futuro Aretino, CISL, Casa dell’Energia, Contrajus, Il girotondo intorno al sogno, Accademia Pugilistica Aretina, Duomo Vecchio. Coinvolti come sottoscrittori anche istituti scolastici importanti.
Viene da chiedersi su quali basi la Vicesindaca-Assessora-Presidentessa della Fondazione Arezzo Comunità abbia espresso tale giudizio stentoreo con tanto di bocciatura, a meno che, ma è un’ipotesi che non vogliamo considerare, idea e progetto le siano piaciuti al punto da “ispirarne” una replica con le associazioni “de là” (cit), ovvero, traducendo lo slang tantiano, quelle benevise alla Fondazione Arezzo Comunità, evidentemente meno “estemporanee”.
Della serie: “è più bello il mio”, criterio, questo sì, indubbiamente legato all’infanzia.
Dal comunicato del consigliere Francesco Romizi ci sembra peraltro di capire che il patto educativo “più bello”, annunciato come alle firme con 6 istituti scolastici per il lunedì 13 aprile scorso dalla Vicesindaca-Assessora-Presidentessa della Fondazione Arezzo Comunità Lucia Tanti, non sia poi stato formalizzato, tanto che la stessa Vicesindaca-Assessora-Presidentessa ha dovuto precisare un paio di giorni dopo che la forma (la firma..) non è sostanza. Tralasciando anche qui ogni chiosa sul complesso concetto “forma-sostanza” (oltretutto citato da un’Istituzione), ci chiediamo nuovamente cosa sia potuto accadere nel volgere di quei 2 giorni e ci ritroviamo un po’ confusi: ma questa benedetta estemporaneità alla fin fine sta “de là” o “de qua”? E ancora: esistono ad Arezzo patti educativi figli di un dio maggiore ed altri figli di un dio minore? Ed infine: non sarebbe auspicabile, oltre che di comunissimo buon senso, che chi è preposto alla tutela della crescita serena e corretta dei nostri ragazzi sentisse il dovere di fare una sintesi ottimale di tutti gli spunti che gli giungessero sul tema?
Riteniamo quindi che sia importante fare luce e comprendere cosa sta accadendo, soprattutto perché nessuno deve mai scordarsi che i ragazzi hanno innanzitutto bisogno di buoni esempi (a proposito di sostanza), che di cattivi maestri sono già pieni.