Confagricoltura Arezzo, con la Flavescenza dorata a rischio il nostro patrimonio vitivinicolo
Bartolini Baldelli: l’abbandono dei vigneti favorisce l’epidemia, subito azioni di contrasto
No all’abbandono dei vigneti, si a misure preventive contro un nemico che sta tornando a mietere vittime fra i filari. È la posizione di Confagricoltura Arezzo dopo il convegno che si è svolto mercoledì scorso alla cantina Marchesi Antinori sulla Flavescenza dorata. Alla vigilia di una nuova edizione di Vinitaly, vetrina di primaria importanza per il comparto, si torna a parlare dell’importanza della viticoltura. La malattia del vite, presente da diversi anni nel nostro paese, in particolare nel nord Italia, fino a poco tempo fa sembrava sostanzialmente sotto controllo. Da qualche tempo invece la sua diffusione sta facendo riscontrare nuovi focolai e le preoccupazioni crescono anche nel nostro territorio. Questa patologia è trasmessa da insetti vettori che, posandosi sulle viti, contaminano la pianta con i micro organismi della malattia. La ricerca, pur non avendo stabilito una connessione con il cambiamento climatico, non esclude che il ritorno della malattia possa essere connesso al fenomeno.
«Ci troviamo ad affrontare una malattia difficile da combattere anche perché le piante, una volta contaminate, non possono guarire e vanno immediatamente estirpate per evitare l’ulteriore propagazione dei micro organismi che causano l’infezione – dichiara Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Arezzo, presente al convegno dai Marchesi Antinori – La malattia è conosciuta dagli addetti ai lavori e dalle aziende ben strutturate. È però altrettanto importante che anche gli hobbisti o chi tiene una vigna per passione sia correttamente informato ed abbia gli strumenti di base per riconoscere e segnalare la patologia. Pertanto – prosegue Bartolini Baldelli – è assolutamente necessario ridurre al minimo i vigneti non curati o in stato di abbandono poiché è proprio lì che si sviluppa con più facilità la patologia». Importanti sono anche le azioni di monitoraggio e la buona gestione del vigneto quali primi presidi contro l’espansione di questa epidemia. «Abbiamo chiesto alle istituzioni, ad ogni livello, di dotarsi di fondi adeguati per supportare le imprese danneggiate, ma anche la ricerca scientifica affinché si continui a studiare il fenomeno e si cerchino soluzioni per contenerne l’espansione – continua il presidente di Confagricoltura Arezzo – È assolutamente necessario che tutti facciano la propria parte per difendere un patrimonio, quello vitivinicolo, che rappresenta economia, lavoro, territorio, bellezza, tradizione ed eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Diventa fondamentale formare, informare e prevenire, poiché sottovalutare il problema potrebbe comportare danni enormi a questo settore economico che rappresenta un’eccellenza anche del nostro territorio».