Come previsto dall’Art. 421 c.p.c. ..”L’imputato puó rendere dichiarazioni spontanee e chiedere di essere sottoposto all’interrogatorio” e come risulta dal Verbale di Udienza del 15 novembre scorso, gli imputati Ghenelli, Macrì e Pasquini optano per le dichiarazioni spontanee e non si sottopongono ad interrogatorio, è una scelta processuale legittima prevista dalla legge proprio a favore degli imputati.
C’è solo da chiedersi, sotto un profilo di etica pubblica, quanto questa scelta di Ghinelli sia coerente con lo svolgimento della sua funzione pubblica di sindaco ancora in carica. E’ vero che il diritto di difesa di un imputato contempla questa possibilità, ma è vero anche che i cittadini avrebbero tutto il diritto di sapere, non solo cosa vuole dire spontaneamente il loro sindaco imputato, ma anche sentirlo rispondere alle domande del P.M. e dei legali delle parti civili ( ad esempio), sempre, per etica pubblica e per trasparenza, perché, aldilà dei fatti processuali, l’imputato Ghinelli è colui che tutt’ora amministra la cosa pubblica ad Arezzo, ed è la stessa persona, sia quando parla nell’aula della Vela in Tribunale, sia quando parla in Consiglio Comunale a Palazzo Cavallo.
Dalle lettura delle dichiarazioni ( in calce allegate) dell’imputato Ghinelli si può avvertire , anche, del vittimismo, quello che ora va tanto di moda a destra, ma anche un certo distacco, distanza e forse disinteresse da quello che succedeva ad esempio in Coingas. Infatti riportiamo un passaggio delle dichiarazioni dell’imputato Ghinelli: ..” Con riguardo all’accusa di aver cercato di insabbiare un peculato, capisco che il mio coinvolgimento in questo processo sia dovuto al mio interessamento da un certo momento in poi a che il Bilancio della società COINGAS venisse approvato”… da questa dichiarazione testualmente sembra emergere che fino a quel momento non si era interessato all’approvazione del Bilancio di Coingas ( il comune di Arezzo è il socio di maggioranza qualificata e, anche, in quei frangenti di maggioranza politica) e tale affermazione ci lascia molto sorpresi. Il bilancio di una partecipata (Coingas e Estra sono le partecipate più importanti dal Comune di Arezzo) è lo strumento di sintesi dei fatti contabili, che, rilevano i flussi interni ed esterni ( tutto!!) di un intero esercizio e, considerato, che, il sindaco/imputato è in carica dal 2015, ciò che ha dichiarato Ghinelli ci può far supporre, che, per ben tre anni lui non si è interessato dell’approvazione del bilancio di Coingas. Per i cittadini è importante saperlo e c’è anche da chiedersi se dopo avrà continuato ad interessarsene oppure no?
Quanto affermato dall’imputato Ghinelli, nel proseguo della sua dichiarazione, deve farci riflettere su quale è il concetto di etica pubblica della nostra classe politica, tutta, infatti, afferma: .. “Ribadisco, nessuno, né i Sindaci di COINGAS, né chicchessia mi ha mai accennato a possibili spese indebite, inconferenti, non dovute.”… E’ un’affermazione forte che ci spinge a chiederci se gli altri sindaci, in qualità di soci di minoranza, (opposizione politica) hanno vigilato come potevano e dovevano fare e da quello che afferma Ghinelli può sembrare di no, e se lo dice lui forse c’è da credergli. Certo, dopo il rinvio a giudizio i sindaci di minoranza, non solo, si sono costituiti parti civili in questo processo, ma, come possiamo immaginare, da soci potevano intervenire molto prima e ad esempio: impugnare le assemblee che deliberavano o proporre azioni di responsabilità verso l’Amministratore, etc..
Continuando a leggere, da professionista aretino, sentire affermare dal sindaco che: ..” Per me il tema era la gestione più o meno oculata del denaro pubblico da parte di un Amministratore di una partecipata, questo sì. Se si fosse incaricato un Avvocato esperto di diritto amministrativo locale, si sarebbe speso meno di certo, questo era ciò che io avevo compreso essere la sostanza di quella questione, per come mi era stata riferita”… fa un certo effetto sentire certe affermazioni, infatti, sembra che con i liberi professionisti locali “si spende meno”. Come se ad Arezzo non hanno valore i parametri di legge che determinano i compensi degli avvocati in tutta Italia, infatti, la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense avviene in base alla legge: ai sensi dell’art. 13 comma 6 della legge 31 dicembre 2012 n. 247″, aggiornati al D.M. n. 147 del 13/08/2022. ” e si applicano a tutti anche ai professionisti di Arezzo sig. sindaco.
Inoltre, in relazione al soggetto non oculato … “la gestione più o meno oculata del denaro pubblico da parte di un Amministratore di una partecipata”…, non può sfuggire a nessuno che quell’Amministratore che gestiva Coingas, Sergio Staderini, che, a dire di Ginelli, non ha …”incaricato un Avvocato esperto di diritto amministrativo locale”.. e che così facendo ha fatto spendere di più, e bene ricordarlo, che, prima è stato uno dei fondatori di OraGhinelli e poi uno dei più stretti collaboratori del sindaco, almeno fino all’intervento della Magistratura , e forse proprio per questa vicinanza, immaginiamo, fu indicato dallo stesso sindaco come A.U. di Coingas. Certo si può sbagliare e può sbagliare anche un sindaco con le nomine, ma la responsabilità politica e etica non può essere messa in discussione quando si nominano gli amici, gli appartenenti alla stessa area politica e i militanti, invece, di scegliere i più meritevoli aldilà dell’appartenenza politica e la militanza.
Infine veniamo all’affermazione forse più vittimistica dell’imputato Ghinelli: ….” Davvero poco ho da dire su questa ultima incriminazione, se non che francamente non comprendo come sia possibile che tutti
coloro che la questione l’hanno vagliata e approfondita, che avevano bagaglio giuridico
e responsabilità specifiche, ne abbiamo sentiti alcuni anche stamani, siano stati sentiti
come testimoni al massimo, e io sono qui come imputato”… affermazioni che ci lasciano un po’ di sorpresa, perché le nomine nelle partecipate le fa il sindaco e, come sopra riportato, Arezzo ha la maggioranza qualificata in assemblea Coingas e in più quella politica, e sappiamo come funzionano le assemblee societarie delle partecipate, quindi, non è un caso che il sindaco di Arezzo è l’unico in quel banco. Mentre possiamo dargli ragione se vogliamo guardare il fatto da un profilo di etica pubblica, ma secondo noi è scorretto invocare l’etica alla bisogna, forse ci vuole un po di coerenza.
Continuando a leggere le parole dell’imputato Ghinelli … “Io ho dato il mio benestare alla nomina sulla base di un parere di un autorevole professionista”…e nulla aggiungere dopo le gravi affermazioni del Tar ci lascia un pò di amaro in bocca. Riportiamo il link del nostro articolo sulla sentenza del Tar
E proprio il Tar, nella sua sentenza, che ci ricorda i precetti della Severino su come si deve svolgere la funzione pubblica ( di sindaco) quando vengono fatte le nomine nelle partecipate : ” – non è coerente, soprattutto, con la ratio dell’istituto che è quella di prevenire che la nomina degli amministratori di enti di diritto privato controllati da ( uno o più) enti locali sia determinata da esigenze di (ri)collocazione di “personale politico” da parte di chi amministra gli enti locali (e, in ultimo, dei partiti) e non invece della necessità di indicare persone in possesso delle competenze richieste per lo svolgimento delle specifiche funzioni che vengono in rilievo in tali enti ( con tutto ciò che ne consegue in termini di pregiudizio al buon andamento e imparzialità della p.a.)”. E forse da un sindaco imputato qualche dichiarazione su queste affermazioni del Tar non guastavano anzi secondo noi potevano essere opportune.
Infine vogliamo ricordare al sindaco che nel rispetto dei suddetti precetti, ma anche nel rispetto dei principi di etica pubblica, di imparzialità e buon andamento della p.a. e proprio per evitare la necessità di quel parere legale forse poteva essere indicato e nominato alla presidenza di Estra un’altra figura, magari individuato dopo una attenta selezione di auto candidati , scegliendo quello più meritevole, ed è bene ricordare al sindaco che ce ne erano tanti e ce ne sono anche ora tanti.