Di Guido cavallini
La giravolta suicida di Calenda non mi sorprende per nulla. È possibile credere ancora che un personaggio che è stato eletto con il Pd al parlamento Europeo per poi, come ormai costume, creare un partito personale, possa essere veramente coerente e politicamente affidabile???Da sottolineare un dettaglio, disse di aver abbandonato i dem per l’alleanza governativa con i 5s nel Conte II, ma non scordiamoci che nel nuovo campo largo c’è anche Di Maio, che il luminare Calenda fino a due giorni fa insultava nei modi più politicamente terribili e distruttivi(es. bibitaro). Ma il peggio è che la maggiore responsabilità di questo sfacelo della sinistra, ragion per cui la destra vincerà e non avrà opposizione, è il Pd stesso. Un partito disunito, tuttora vittima del renzismo più trasformista: ha rifiutato il 10/11% dei pentastellati per allearsi con partitini personali che faticano a collocarsi in qualsivoglia schieramento e che, ancora peggio, hanno inglobato politici di fazioni a loro,un tempo, ideologicamente opposte. A prescindere dalle idee, questa scelta ha palesato la volontà della sinistra di far vincere la destra. Siamo onesti, Letta non è giocondo e sa bene che il Movimento ha fatto vere battaglie di sinistra, più o meno condivisibili-ma le ha fatte-e che con un’alleanza solida e sentita avrebbe potuto contrastare o perlomeno moderare la stravittoria della destra. Ma purtroppo il segretario non è solo nelle sue scelte. Il Pd è ormai un’oligarchia di pochi vecchi noti-da vedere la concessione del superamento dei tre mandati in parlamento a certi politici piuttosto che ad altri- che sanno bene che il non prendere posizione, il non fare battaglie concrete, il non difendere ostinatamente un principio, sono la vera chiave di continuazione della loro carriera. La sinistra del Pd è ormai puro trasformismo, promosso in nome di garanzie elettorali e non più di interessi politici. È per questo che cercano di acquistare i voti della destra moderata e non dei poveri disperati, che in Italia superano i 4 milioni. Vale la pena annunciare la morte della sinistra come la conosciamo oggi?