Oramai sembra un’aspettativa di Alessandro Ghinelli quella di volare a Roma, confermato anche da chi gli è molto vicino. Ma per potersi candidare alle oramai imminenti elezioni politiche, il sindaco di Arezzo, deve ben valutare le modalità e calcolare i termini previsti dal TU 361/1957, n. 361 , oltre, a tenere ben presente l’incedere del processo che lo vede imputato per reati gravi, Conigas/Estra, e che in base alla legge Severino , se condannato , non potrebbe candidarsi.
Affinché un sindaco di una città con più di 20.000 abitanti si possa candidare al parlamento la legge è precisa: Ghinelli, come tutti gli altri sindaci che non si sono dimessi per tempo, sono ineleggibili. Il TU 361/1957, n. 361 dispone infatti che non siano eleggibili, tra gli altri, «i sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti» (art. 7.1, lett. c); poi aggiunge che «Le cause di ineleggibilità… non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate almeno centottanta giorni prima della data di scadenza del quinquennio di durata della Camera dei deputati» (art. 7.3 TU: quindi, se non sbagliamo i conti, entro ottobre prossimo); ma, se ci sono elezioni anticipate (che renderebbe imprevedibile la data in cui le elezioni saranno indette), le dimissioni devono intervenire entro i 7 giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento delle Camere (Art. 7 u.c.): ma questa deroga si può applicare solo se lo scioglimento è avvenuto almeno 120 giorni prima della scadenza naturale della legislatura.
Pertanto sembrerebbe, per il Testo Unico, che il nostro sindaco Alessandro Ghinelli sia ancora nei termini per dimettersi e candidarsi al Parlamento, ma ecco che qui viene fuori l’altra variabile soggettiva del nostro: “Il Processo Coingas/Estra”.
Con un processo in corso, come il suo, che lo vede imputato per reati gravi, contro la Pubblica Amministrazione, quale partito potrebbe candidarlo? Secondo noi è molto difficile, poi, con tutta la concorrenza che c’è, visto anche il minor numero di poltrone disponibili in Parlamento.
Pertanto, riteniamo che sia molto difficile che possa candidarsi prima della sentenza. Inoltre, tra gli attori di questo processo, quindi anche ai suoi difensori, è emerso che nell’istruttoria sin qui svolta la posizione processuale di Ghinelli sembra essersi molto alleggerita. Quindi, si vocifera che forse un’assoluzione con formula piena è probabile. Quale jolly migliore può avere un sindaco di centrodestra, “messo alla gogna dalla magistratura politicizzata e poi assolto con formula piena”, per ambire a candidarsi per il Parlamento, e ,così, presentarsi in campagna elettorale come vittima della “sinistra e del sistema giudiziario” ,così, forte da fare dimenticare a tutti come ha amministrato la sua città per 7 anni. Diciamocela tutta, gli va dato atto che è un assist unico e, che, gli apre sicuramente le porte del parlamento e finalmente lui potrà coronare un sogno e sedersi in uno dei due rami del Parlamento ( come dargli torto!).
Ma qui viene il problema, quando arriva questa sentenza? Perché è altrettanto evidente che lui non si può dimettere prima della decisione del Tribunale, questo è chiaro anche a un bambino. Quindi, questa improvvisa crisi di governo, messa in atta da Conte, deve avergli creato più di qualche problema, infatti, Ghinelli non ha avuto dubbi ed ha scritto subito al Presidente Draghi, per invitarlo a restare fino alla fine della legislatura. Certo lui gli ha scritto per il bene degli italiani, come tanti altri suoi colleghi, ma questo gli ha provocato le ire di uno dei partiti che sostiene la sua maggioranza in comune e soprattutto un rappresentante di quel partito, i cui ideali a lui sono vicini, anche per il suo passato, e che potrebbe candidarlo per andare a Roma ( visti i sondaggi forse solo con FDI può ambire alla poltrona romana). Ci sembra evidente che se si vota a fine settembre o la prima domenica di ottobre la sua candidatura al parlamento possa sfumare e, vista anche la sua età, per sempre.