Di Floriana Croce presidente Futuro aretino

Qualche anno fa un fumettista allora quasi sconosciuto al grande pubblico pubblicava un bestseller, La profezia dell’armadillo. Per chi non conoscesse il volume o Zerocalcare, si parla di profezia dell’armadillo ogni qual volta ci si trovi di fronte a una previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per oggettivi e logici.
Leggendo la cronaca locale aretina in questi giorni e buttando più di un’occhiata sui social, abbiamo potuto notare il grande rilievo che ha ottenuto il tema delle cosiddette baby gang. Tema noto specialmente tra gli adolescenti, che da anni a questa parte si trovano a dover camminare tra le vie della propria città con il rischio di imbattersi in episodi spiacevoli, se non pericolosi. Milano, Torino, Padova e non solo: il fenomeno non è lontano quanto sembra ascoltando le emittenti nazionali, ma si presenta regolarmente anche in una realtà come Arezzo.
Il grande lavoro delle Forze dell’ordine a cui va il nostro plauso , non basta però a sedare il disagio dilagante nella nostra città. Così come non basta e non è bastata la repressione quotidiana che, giustamente, viene portava avanti nel nord Italia.
Nella nostra visione di società, che crediamo piuttosto corretta, le istituzioni dovrebbero lavorare per intercettare le situazioni di disagio – di qualsiasi tipo – e proporre soluzioni se non per risolverle, quanto meno per contenerle. La delinquenza è una scelta, e chi delinque deve essere punito nei modi – e si spererebbe, nei tempi – previsti dalla legge. Non esiste giustificazione alla violenza, alla delinquenza, alla criminalità. Ma non esiste nemmeno giustificazione alla cecità di chi pur di non intervenire, preferisce commentare, sbraitare, fregandosene di cosa si nasconde dietro tali fenomeni.
Cattivi esempi, moralità inesistente, valori sbagliati – viviamo in una società che ormai insegna quotidianamente ai più giovani che per conquistare una posizione nel mondo, è necessario fare soldi con ogni mezzo, anche illegale, e che delinquere è figo, è giusto per uscire da determinate condizioni di vita o anche solo per divertirsi – e pressochè totale assenza di buoni maestri nella vita pubblica (qui pochi che esistono, o meglio resistono, vengono costantemente messi all’angolo). La nostra società ha per anni sottovalutato temi come l’immigrazione di seconda e terza generazione, cosa a cui abbiamo già assistito con effetti terribili in Francia, Usa, Inghilterra, o come le perfierie, la droga, l’istruzione.
Il disagio dilaga ovunque, e nessuno fa niente. La rabbia cresce, e nessuno fa niente. I giovani se ne vanno, e nessuno fa niente. In sostanza, in questo Paese, in questa Città, nessuno fa niente. Probabilmente chi governa Arezzo e chi l’ha governata negli ultimi 20 anni non si è ancora accorto che la città è cambiata, che assomiglia sempe più a città grandi, cosmopolite, e che ne sta piano piano acquisendo tutti i problemi, ma pochissimi pregi.
Quando smetteremo di chiudere gli occhi e inizieremo a lavorare realmente per un futuro migliore? Quando, chi governa, si assumerà le responsabilità del proprio mandato e inizierà a fare, piuttosto che urlare alla galera?
Perché è giusta, la galera, se prevista dalla legge per scontare i propri errori e reinserirsi nellla società. Perché può anche essere giusto il ‘calcio in culo’ a chi continua a delinquere imperterrito. Ma non è giusto sottovalutare un problema  che rischia di assumere ogni giorno di più forme più gravi dimenticandone le origini.
Perché chi sbaglia deve pagare. Ma non solo chi sbaglia fattivamente. Anche chi si nasconde dietro un dito dovrebbe fare mea culpa. Perché il tempo dei conti da saldare arriverà, e la storia è solita ricordare molto bene i Capitani che decidono di non affondare con le proprie navi.
Non vogliamo fare polemica, ma invitare a riflettere, per far sì che le nostre parole e paure non rimangano solamente una profezia dell’armadillo.
Futuro Aretino