Con la repressione amministrativa corriamo il rischio che il cittadino bisognoso di fruire dei servizi ospedalieri venga usato come inconsapevole protagonista di servizi discutibili o, peggio ancora, come finanziatore delle casse comunali.
In riferimento al recente “scandalo” proposto dalle Iene sarebbe bene puntualizzare correttamente la situazione, piuttosto che auspicare un intervento sanzionatorio della PM.
Considerando soprattutto che siamo in un’area ospedaliera, già di per sé sinonimo di sofferenza.
A tal proposito mettiamo, come premessa necessaria, la definizione di “uso pubblico di una strada”.
Esso viene definito, dalla giurisprudenza ricorrente come “comportamento della collettività contrassegnato dalla convinzione di esercitare il diritto di uso della strada, palesato da una situazione dei luoghi che non consente di distinguere la strada in questione da una qualsiasi altra strada della rete viaria pubblica “.
Da qui si evince di fatto la prima anomalia in quanto l’accesso a tale strada è regolato da una sbarra funzionante.
Una ulteriore perplessità sorge poi quando, dopo alcuni sopralluoghi, si vede che circa il 70% degli utenti possiedono uno degli innumerevoli codici di accesso (e NON parliamo solo di mezzi di soccorso bensì di autovetture private con il solo autista a bordo!).
Il restante 30% è composto da automezzi ASL (circa 10%) e utenze private (tra cui veicoli con contrassegno per invalidi esposto).
Da notare che tra le utenze private sono compresi anche coloro che provengono da fuori e pensano di aver titolo ad entrare proponendo all’operatore addetto alla sbarra le più svariate motivazioni con le conseguenti file che finiscono per intralciare i mezzi di soccorso e costringono l’operatore suddetto ad aprire per non creare il caos.
In questo contesto, a cui aggiungiamo un parcheggio riservato a medici ed infermieri e l’ormai noto parcheggio multipiano al costo di 1euro al giorno (sottolineo 1 euro ogni 24 ore!), l’unica soluzione che viene trovata è quella di far intervenire una pattuglia della PM costretta ad intervenire sulle autovetture in sosta irregolare, magari di qualche paziente oncologico che non ha trovato posti liberi, ma anche di qualche svogliato medico che pensa bene di aver diritto ad occupare i posti riservati alle ambulanze piuttosto che ai permessi per invalidi.
Il tutto perchè la maggior parte degli stalli a disposizione sono occupati da personale impiegato che, in possesso dei codici di accesso, vede bene di lasciare l’auto in sosta per l’intero turno di lavoro.
A nostro avviso in questa situazione, come all’ingresso principale del presidio ospedaliero (altra situazione mai affrontata seriamente e serbatoio quotidiano di contravvenzioni) necessitano di un intervento strutturale completamente diverso che veda la dirigenza ASL e l’Amministrazione disciplinare le aree intorno all’ospedale in modo diverso e così aiutando il cittadino bisognoso a fruire dei servizi ospedalieri e non usandolo come inconsapevole protagonista di servizi discutibili o, peggio ancora, come finanziatore delle casse comunali.