In questi giorni ha suscitato molto scalpore ad Arezzo l’arresto, su richiesta della Procura, di un giovane aretino Rakia Walid, nato a Bassano del Grappa (Italia) in arte “welid Montana” musica Trap

Arresto disposto dal P.M. e accolto dal Gip in quanto Rakia walid, pur essendo incensurato, è ritenuto al vertice di questa specie di “Baby gang” aretina e, sempre secondo il Giudice “capace di incoraggiare gli altri alla violenza, essendo lui il primo a praticarla”.

L’indagato Rakia Walid appena ventenne è incensurato e sembra sia senza fissa dimora, sia senza familiari sul territorio, sia senza lavoro e sia stato ospitato nel garage di pertinenza dell’abitazione di un suo amico.

Ma Rakia Walid è anche un Trap e in arte è: “welid montana”quindi, è a un artista noto tra gli stimatori del genere musicale Rap (Trap), e secondo gli esperti di musica Rap (Trap) evidenzia molto bene le sue capacità canore oltre ad essere bravo a gestire la scena e a stare sul “palcoscenico”, insomma, un leader a tutto tondo.

Nell’ordine di custodia cautelare Il G.I.P. scrive che “Il contesto che emerge dagli atti è, indubbiamente, di emarginazione: RAKIA si trovava in Italia, da solo e senza mezzi di sostentamento. Questo spiegherebbe anche la coesione tra i componenti del gruppo, che arrivano a considerarsi un’unica grande famiglia. Probabilmente si tratta di ragazzi soli, che vivono ai margini della società e che, in mancanza o nell’incapacità di ricorrere a strumenti alternativi, cercano di crearsi un proprio spazio nel mondo con la violenza”.

Ci vogliamo soffermare su queste affermazioni del Giudice perché , dobbiamo considerare, che queste parole parlano di giovani che vivono nella più forte emarginazione e nel più disperato disagio sociale che li portano ad indirizzare le loro capacità verso l’illegalità, arrivando ad ingenerare timore nei loro coetanei che non fanno parte del gruppo, imponendosi con la violenza, limitando la libertà delle persone, aggredendo i più vulnerabili e tutto questo avviene ad Arezzo e in grande parte nel centro storico.

Di fronte a questi fatti e a questa realtà con retorica possiamo chiederci, prima di tutto, perché il giovane Rakia decide di fermarsi ad Arezzo visto che, da come scrive la Procura, non ha apparenti legami familiari che lo richiamano qui? Poi visto che sembra essere lui il leader di questa “Baby gang ” aretina c’è da chiedersi se questa è nata con lui e fin dall’inizio lui è il capo, oppure , quando lui è arrivato già esisteva la gang e lui ha solo scalato i vertici ?

Ripetiamo è una domanda retorica perché la risposta non modifica un dato di fatto da considerare in tutta la sua drammaticità: ad Arezzo l’emarginazione e il disagio giovanile ci sono e a quanto sembra assumono i connotati della grande diffusione e grande ampiezza con tutti i risvolti negativi che si portano dietro. E questo arresto accomuna negativamente Arezzo, piccola citta di provincia, alle grandi metropoli dove sono notori l’emarginazione sociale e il degrado ma che evidentemente alberga anche qui.

Chi amministra Arezzo da sette anni, la giunta Ghinelli, c’è da chiedersi cosa ha fatto per prevenire questa emarginazione e disagio sociale? E soprattutto l’assessore alle politiche sociali che politiche ha messo in atto in questi sette anni contro l’emarginazione giovanile e per l’inclusione sociale dei giovani se questi sono i risultati?

I fatti parlano da soli, questo arresto e quanto riportato in atti riferiscono di un fallimento delle politiche sociali in questa città. Ci saremmo potuti aspettare , di fronte a questo degrado, che la responsabile delle politiche sociali avesse almeno un pò di sobrietà, non pretendevamo un’ ammissione di responsabilità, conoscendola non è da lei, ma non potevamo tacere di fronte alle sue affermazioni che si commentano da sole: “capo della “baby gang” dietro le sbarre? Lo vedrei bene a pulire i bagni pubblici”; oltretutto, lei si ripete visto che aveva usato le stesse espressioni verso i novax che a suo dire l’avevano minacciata.

Il sindaco sembra sia di nuovo negli USA, dove lui tiene famiglia, e di nuovo lascia la città nelle mani della sua vice che in sua assenza sembra dare il meglio di se perlomeno nei social.

Per noi il giovane aretino Rakia Walid è innocente fino a condanna definitiva e ci auguriamo e gli auguriamo di dimostrare la propria innocenza nelle sede opportune. Premesso questo vogliamo guardare a lui come un artista Trap “Welid Montana”, ma anche agli altri ragazzi che sembrano sentirsi soli ed emarginati, in questa città, e che pare ricorrano a strumenti alternativi per crearsi un loro spazio, e vogliamo soffermarci sul suo (loro) lato creativo e sulla sua (loro) arte e bellezza e alleghiamo due suoi video per chi vorrà farsi un’idea della sua espressione artistica:

Closeup of woman holding a smartphone, mock up of blank screen. using cell phone on lifestyle. Technology for communication concept.
2 thoughts on “Arezzo “welid montana zone”? E chi amministra Arezzo da 7 anni che ha fatto per evitare l’emarginazione dei giovani?”
  1. Finirà che se dovrà dire PARINO. Ma a chi? A Welid Montana o all’articolista.

  2. Purtroppo siamo pieni di violenze di sbandati.perche ci sono sempre meno le famiglie e i valori non esistono più,anche i miei genitori,non avevano niente neppure x mangiare.ma non andavano in giro a far violenza.umilmente facevano ogni tipo di lavoro che gli capitava.adesso non è così. In tanti posti manca la manodopera.ma i lavori umili non si vogliono fare,la prima cosa che chiedono(quanto si guadagna)..si fa prima e si guadagna di più a spacciare e rubare…sono preoccupata x i miei figli e nipoti..cosa si può fare se mancano le basi.i valori le famiglie che educano..

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