Il comune di Arezzo ha conferito la cittadinanza onoraria al milite ignoto, aderendo al progetto sostenuto da associazioni che curano e esaltano la memoria dei valori militari, della guerra e del sacrificio della vita umana per la patria e anche dall’ ANCI “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia.
Vista la storia politica del sindaco e il gran numero di camerati o pseudo tali che lo circondano ci saremmo stupiti se il comune di Arezzo non avesse aderito a questa iniziativa che esalta il culto dei caduti in guerra.

Non possiamo dimenticare il significato , di 100 anni fa, della traslazione della salma del milite ignoto all’altare patria e di tutti i monumenti ai caduti che furono costruiti in quegli anni in ogni comune d’Italia. Questi monumenti  costituivano il centro focale del culto dei caduti, in quanto proprio loro, e non le singole tombe, servivano a commemorarne il sacrificio. … Monumenti e lapidi presentavano dunque la Grande Guerra come momento di “grandezza” e di esperienza sostanzialmente “positiva” per la comunità civile.

Durante il fascismo questi monumenti divennero uno strumento di propaganda che esaltava la morte e il sacrificio dei giovani militari come momento supremo di “ grandezza”, come un’esperienza da emulare e , per questo obbiettivo venivano portate madri esaltate( o forse costrette altrimenti perdevano la pensione per i loro figli morti) che urlavano la loro gioia di avere offerto la vita dei propri figli per la patria.
Sta venendo fuori la vera ideologia del sindaco e del suoi, a questo punto non è un caso che Ghinelli non è andato all’ultima celebrazione della memoria del 25 aprile e , inoltre, nessuno lo ha visto ad apporre corone ai monumenti ai caduti per mano nazi/ fascista nella nostra città .
Vorremmo ricordare al sindaco e ai suoi che nelle nostra repubblica e per la nostra costituzione il giorno della memoria e’ il 25 aprile in cui si RICORDA IL DRAMMA DEL FASCISMO e si festeggia la LA LIBERAZIONE DALLA DITTATURA FASCISTA.
Vorremmo vivere in una città in cui si esalta la gioia della vita e non del culto dei caduti in guerra.
Arezzo deve tornare ad essere governata da una classe dirigente che sia in grado di offrire a tutti e soprattutto ai giovani tante opportunità di realizzare: i propri sogni, le proprie aspettative e le proprie sane ambizioni, e non un salto nel passato quando si esaltava la loro morte in guerra.