Solidarietà e vicinanza alla Cgil per l’attacco, alla sede nazionale, di tipo squadrista e di matrice FASCISTA da parte della redazione.
Ci risulta che ad ora ne il Sindaco, ne la Vice, ne nessuno dell’amministrazione comunale aretina abbia sentito il bisogno di andare di persona a portare la propria solidarietà alla sede provinciale della CGIL di Arezzo, ma di inviare un atto formale scritto tramite whatsapp.
Ognuno è libero delle proprie azioni, ma non quando si rappresentano le istituzioni che appartengono e rappresentano tutti noi, quindi, riteniamo, da giornalisti, un nostro dovere segnalare che i comportamenti pubblici dei rappresentanti delle istituzioni di ieri hanno un forte significato istituzionale ma anche politico e riteniamo che la commemorazione del 09 ottobre scorso, Arezzo largo delle Foibe, sia da evidenziare per il forte valore politico e ideologico.
Veniamo ai fatti di ieri 10 ottobre ad Arezzo, il giorno dopo i gravissimi eventi di Roma: la Vice sindaca Tanti, che la mattina non trova il modo di portare solidarietà di persona alla CGIL, ma la sera prima presenzia ad una commemorazione che ha un evidente connotazione ideologica e politica di destra, con la presenza di alcune formazioni, di estrema destra, che spesso a queste commemorazioni gli danno anche una connotazione strumentale di tipo nostalgico, e oltretutto a 100 metri (in linea d’aria) dalla sede della CGIL aretina. A noi sembra che tali circostanze a poca distanza dei fatti di Roma possano avere un significato, una interpretazione e una connotazione politica molto chiara: la Tanti e i consiglieri e politici presenti ieri l’altro a tale commemorazione sembrano aver voluto fare capire da che parte stanno, oppure, non si sono resi conto che questa era una ovvia interpretazione, visto anche l’abbigliamento di qualcuno.
Ci sta che la commemorazione fosse stata organizzato in precedenza dei fatti di Roma, ma chi rappresenta le istituzioni non può fare finta di nulla dopo quegli venti drammatici una presa distanza era opportuna. La Tanti, che ha avuto il buon gusto almeno di non indossare il tricolore, nella sua bacheca ha dato risalto all’evento come è suo uso fare in queste occasioni, quindi, non ci sembra di avvertire alcun imbarazzo della vice sindaca nemmeno a posteriori.
Se invece chi ha partecipato a quella commemorazione non ha valutato o immaginato il possibile significato politico e ideologico e solo ora si rende conto dell’errore, un consiglio non richiesto, non è mai troppo tardi per chiedere scusa e riparare.
In più vogliamo ricordare alla Tanti e agli amministratori aretini presenti, alla commemorazione di ieri, che a Renicci, vicino a noi, ad Anghiari (AR) dall’inizio del 1942 al 8 settembre 1943, i fascisti, li vi costruirono un campo di concentramento dove furono internati migliaia di croati, sloveni ed ebrei e molti di loro morirono per malattie, infezioni e denutrizioni. Quello di Anghiari fu uno dei peggiori tra i campi di concentramento organizzati dal regime fascista. Ci piacerebbe vedere almeno la Tanti, siamo disposti anche ad accompagnarcela, a Renicci di Anghiari e vorremmo sentirla esprimere altrettanta solidarietà a quelle vittime dei “fascisti italiani”, come lei sa fare verso le vittime dei “partigiani comunisti titini”.
Chi rappresenta le istituzioni, in considerazione dei dettati della nostra costituzione, è tenuto sempre e comunque a condannare il fascismo e, poi, anche per l’oggettiva e gravissima sofferenza ha portata e fatta patire al popolo italiano, e a tutti quei popoli che hanno conosciuto l’occupazione fascista e nello specifico ai Sloveni e ai Croati.
Come al solito ci sarebbe piaciuto aver ricevuto qualche comunicato stampa, almeno dai gruppi d’opposizione in consiglio comunale di centro sinistra, con cui denunciavano tali fatti e si dissociavano apertamente dal comportamento dei rappresentanti della loro istituzione, ma ad ora nulla.