Campaldino tra mito e storia di Simone De Fraja : Martedì 5 ottobre h. 17,00 Archivio di Stato di Arezzo (green pass).
La battaglia di Campaldino, 1289, una battaglia simile ad altre del XIII secolo, è diventata illustre, oltre che per il suo esito, per la presenza di valenti esponenti di casate sia tra i Guelfi che Tra i Ghibellini. Probabilmente vi partecipò anche Dante, almeno secondo Leonardo Bruni che riferisce di aver letto, a distanza di cento anni, carte andate perdute. Vi partecipò Bonconte da Montefeltro, la cui morte è stata mitizzata da Dante stesso, ma quale fu la portata della battaglia oltre il mito ed i suoi eroi? Quanto il discorso del Barone dei Mangiadori, narrato da Dino Compagni, è veritiero o nasconde significati o retropensieri diversi? Quanto l’apporto di fine Ottocento e la spinta di “aretinità” ha contribuito all’immagine di quel sabato di San Barnaba? Una battaglia tanto studiata e conosciuta quanto ancora, per certi versi, carica di aspetti che devono essere spogliati dall’ideologia, dall’enfasi e dal revanscismo storico. Indiscussa la portata dell’evento militare, infausto per i Ghibellini, ma la storiografia sottace sia gli antecedenti che le imprese politiche e militari di una città viva ed in fermento tra l’epoca di Guglielmino e l’avvento del Tarlati. Campaldino, non un sipario che “cala sull’epoca d’oro comunale”, tanto cara al primo Novecento, ma una tappa della storia di Arezzo nella quale molto deve essere ancora approfondito.
Martedì 5 ottobre h. 17,00 Archivio di Stato di Arezzo (green pass).
Pubblicazioni e breve presentazione di Simone De Fraja
Avvocato, saggista e studioso del periodo medioevale.
Oltreché sulla professione che svolge in Arezzo, il suo interesse si è concentrato sulla storia del territorio ove vive; esperto di castellologia con speciale riferimento alle fortificazioni locali nonché del Vicino Oriente, è membro di associazioni culturali cittadine e nazionali; per la Società Storica Aretina è membro del Comitato Scientifico di redazione, Consigliere, nonché socio fondatore. È Consigliere Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli, prestigioso Istituto per la ricerca castellologica e la conservazione dei beni architettonici a destinazione militare, Accademico presso l’Accademia Petrarca di Arezzo, collabora con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e con il Quotidiano “La Nazione”.
Oltre ai saggi apparsi in riviste scientifiche accreditate si ricordano, tra le recenti pubblicazioni, «Fortificazioni Medioevali in Valcerfone, ricognizione e censimento», Società Storica Aretina, 2011con la prefazione di Aldo A. Settia; «Fortificazioni Medioevali in Valmarecchia, il Comune di Badia Tedalda», Società Storica Aretina, 2013 con la prefazione di A. Fatucchi; «L’Altra Istanbul», Phasar Edizioni, 2014; «Nepi. Fortificazione e immagine», Phasar, 2015; «Le fortificazioni di Clemente V», Phasar, 2017; «Assedi e fortificazioni», Società Storica Aretina, 2018, con la prefazione di Aldo A. Settia, vincitore del “Premio Tagete” per la saggistica nel 2019. Nel 2020 con Aska ha pubblicato, con una prefazione di Luca Berti, «1384, la presa della città. Arezzo nelle mani di Enguerrand de Coucy».