La storia del nostro paese non cambia, nemmeno con Draghi “il migliore” , infatti, stiamo parlando di quei cittadini Afgani che nei 20 anni di guerra hanno lavorato per l’esercito italiano di stanza a Herat.
Duecentoventiquattro persone, con le relative famiglie, sono state portate nel nostro Paese, mentre altri 400/500 collaboratori sono stati lasciati nelle mani dei talebani senza metterli in salvo, senza dargli la protezione che gli dovevamo e che gli avevamo sicuramente promesso, altrimenti non avrebbero collaborato con i nostri militari.
Il governo italiano l’8 giugno scorso, per bocca del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva promesso che l’Italia non avrebbe abbandonato il personale civile afgano che nei 20 anni aveva collaborato con il contingente italiano, ne le loro famiglie, ma così non è stato.
Infatti dal 12 agosto Herat è caduta nelle mani dei talebani e tutte quelle centinaia di persone ( interpreti, personale impegnato nel supporto alla logistica, nel supporto agli ufficiali di collegamento etc. etc. ) che per 20 anni hanno supportato il lavoro dei nostri militari, vivendo insieme a loro, sono finite nelle mani dei talebani.
Draghi è il suo governo avevano promesso che tutte queste persone dovevano godere della protezione dell’Italia, come era giusto che un grande paese come il nostro debba fare. Ma così non è stato. Almeno per i due terzi.
Anche questa volta l’Italia esce da questa guerra nel peggiore dei modi, come paese inaffidabile, che non è in grado di proteggere chi lo ha aiutato. Si è trattato di una ritirata e, quindi, si poteva tranquillamente programmare il trasferimento di tutte quelle persone che hanno collaborato con i nostri militari come hanno fatto gli USA.
Il governo Draghi si è affrettato ad affermare che anche altri paese hanno abbandonato i loro collaboratori, come la Spagna, ma secondo noi questo non giustifica il comportamento del nostro Paese. E’ inaccettabile. Anche se è stato un ritiro accelerato, doveva essere possibile verificare l’identità di tutte le persone che potevano godere della protezione del nostro Paese e tutte andavano trasferite tempestivamente al sicuro in Italia.
E’ già iniziato come al solito lo scaricabarile tra le varie autorità responsabili, hanno già detto che l’operazione di ritiro ha riguardato tutto il contingente Nato , che le relazioni diplomatiche erano tra tutto il blocco Nato e l’Afghanistan etc.
Dalle informazioni sembra che gli Usa e altri Paesi Europei siano riusciti a garantire la protezione a tutti coloro che ne avevano diritto e tutt’ora proseguono il trasferimento dalla capitale Afgana all’occidente di centinaia di migliaia di persone.
Infine, tornando al nostro Paese vorremmo sottolineare che come siamo riusciti a dare protezione ai 224 afgani potevamo darla anche alle altre 400 o più persone, si tratta di numeri veramente esigui per un Paese come il nostro non ci sono scuse.