Coingas, il rinvio a giudizio insegni qualcosa a Ghinelli e ai suoi
Il gruppo consiliare Pd: “il Sindaco senta il dovere morale di dimettersi”
“Aggressività inaudita, giustizialismo a senso unico, pagliacciate istituzionali, morbosità geografica e meri pretesti”. Così, svolgendo il ruolo di difensore politico del Sindaco Ghinelli, la vice Lucia Tanti ha qualificato l’opposizione. Sono passate poche ore e il GUP ha deciso il rinvio a giudizio per il Sindaco Ghinelli e per altri autorevoli e più che rappresentativi esponenti del centro destra. Anche questa sentenza verrà qualificata dalla vice sindaca come “giustizialismo a senso unico”?
Sia chiaro. Ghinelli e gli altri (troppo lungo l’elenco per citarli tutti) sono innocenti fino a sentenza definitiva. Intanto prendiamo atto della condanna di Staderini e della sua ammissione: “ho fatto un errore e per quello ho pagato”.
Ma alcune domande sono lecite. La prima: Arezzo non merita qualcosa di meglio di Sindaco e di una parte più che autorevole della sua parte politica sul banco degli imputati? La seconda: le opposizioni meritano di essere offese e dileggiate solo per svolgere il loro lavoro in rappresentanza degli interessi dei cittadini? La terza: è normale che in questa città il dissenso, di qualsiasi tipo e di qualsiasi colore, non abbia diritto di cittadinanza per decreto della maggioranza?
Attenderemo le sentenze che deriveranno dal procedimento penale in corso. Intanto riteniamo che il Sindaco abbia il dovere morale di dimettersi e crediamo che la vice Sindaca e gli altri esponenti del centro destra debbano prendere atto di quanto è accaduto oggi e la smettano con frasi prive di senso del tipo “il rapporto tra questo Sindaco e Arezzo racconta di una fiducia consolidata”. Non basta la classifica di un quotidiano di prestigio che, tra l’altro, racconta di una fiducia in calo per affermare che tutto va bene. Non è vero che tutto va bene. Non lo va da troppo tempo per Arezzo, la sua gente, le sue imprese. Adesso non va bene nemmeno per l’amministrazione Ghinelli e per il centro destra aretino. La maggioranza può continuare a rimanere chiusa nella sua inaccessibile torre d’avorio, negando a tutti il diritto di cristica e di dissenso. Oppure può iniziare, con 6 anni di ritardo, a lavorare per Arezzo con senso istituzionale e rispetto di tutti.