Ieri al processo Coingas/Estra hanno parlato le difese e in sintesi la loro linea è che i fatti oggetto di valutazione dal Gup non sono sussumibili, insomma non sono reati, sono fatti privati, hanno solo un valore politico, quindi, non possono essere oggetto di valutazione da parte del Tribunale. Secondo i difensori la politica si fa così. Si contratta . La politica è uno scambio.

Con questa logica dovremmo rassegnarci a considerare che chi ricopre pubbliche funzioni elettive è al di fuori della legge ( norme pubblicistiche), è al di sopra dell’etica pubblica ( sono tutti garantisti!). Ovvia allora diciamocelo pure: loro possono usare i beni comuni in base ai loro desiderata e ai loro fini politici ma non devono rispondere delle decisioni prese nell’esercizio delle proprie funzioni in base alle norme pubblicistiche, che guarda caso nascono proprio per regolare le loro funzioni e punire i loro eventuali abusi. Come per magia si applicano le norme di diritto privato, insomma, per loro abbiamo la trasparenza all’inverso (le responsabilità del delegante si trasferiscono al delegato!). I politici di turno sceglieranno accuratamente i loro nominati, nelle partecipate o nelle fondazioni, che dovranno bene eseguire gli ordini che arrivano dal potere politico ( gli sarà chiesto solo di essere proni , perché sono stati messo li da chi comanda e non dovranno mai dimenticarselo, altrimenti ci viene messo un altro : un servo si trova sempre!) un tempo si diceva “ambasciator non porta pena” sarà l’inverso.

Se la giustizia dovesse accogliere questa tesi ci troveremmo di fronte alla quasi assoluta insindacabilità dei fatti dei politici nell’esercizio delle loro più rilevanti funzioni amministrative pubbliche. Già ci sono le partecipate, per le erogazioni e le somministrazioni, poi si trasferiscono le ulteriori principali funzioni pubbliche, ancora rimaste, dai vari assessorati alle nascenti fondazioni , anche esse di diritto privato, e così di fatto si deresponsabilizza il potere …………. altrimenti che potere è !

I politici pro tempore potranno delegare la gestione delle risorse economiche pubbliche ad enti di diritto privato, dove vi nomineranno a gestirle persone di fiducia ( si dice di area!!) e qualunque fatto avvenga, come per magia, non potrà essere ricondotto al delegante (“al potere”) né potrà mai essere valutato se integra i presupposti dei reati contro la pubblica amministrazione, perché sarebbe avvenuto nella sfera giuridica di in un ente di diritto privato, quindi, se questo sarà l’epilogo diciamocela tutta: come al solito fatta la legge trovato l’inganno!

Se sarà così le leggi evidentemente saranno valide solo per i comuni mortali che sono poi i cittadini sempre chiamati solo a pagare.

2 thoughts on “Il potere non si processa”
  1. Dai aspettiamo sentenza definitiva…a Roma tra 5 anni…sei un bravo giornata non un cavaliere del saraceno

  2. Basterebbe Arezzo alla gloria d’Italia.
    Basterebbe il mercato Natalizio di Piazza S.Jacopo Piazza Risorgimento per capire a che livello istituzionale è arrivata la corruzione in Italia.

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