Davide Rossi è nato il 18/01/1985 ed è cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina.

Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, continua a coltivare due grandi passioni che lo accompagnano fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura. La stesura di varie sceneggiature rappresenta dunque un’evoluzione naturale e una di queste, scritta a sei mani, porta alla realizzazione del film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film).

Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che l’ha portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi.

“E alla fine c’è la vita” nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi. Pubblicato con Apollo Editore nel maggio del 2018, il romanzo riscuote un discreto successo presso critica e pubblico, consentendo all’autore di presentarsi a un vasto pubblico di lettori attraverso un tour di presentazioni che ha superato le dieci date.  Parallelamente a questo progetto, e a esso collegato, l’autore ha redatto un manuale di scrittura creativa, “E alla fine c’è la scrittura”, che ha avuto il suo culmine con il corso presso l’associazione “Il cielo capovolto” di Torino.

Mail: rossidavide301@gmail.com

Telefono: 3498440820

Davide Rossi sarà nostro ospite sabato 10 aprile alle ore 19, in diretta selle nostre pagine social e poi in streaming in questa piattaforma sezione video, per presentare il suo ultimo lavoro.

Sinossi di “Storia di un numero”

Un numero non è fine a se stesso: ha un’esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire.

In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall’opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi.

La sua infanzia la trascorre a osservare il mondo che gli ruota intorno, che ansima, grida, muore, violento e insensato. Lui scruta, annota, studia e prova a conformarsi, ad adeguarsi alla realtà, che cruda e violenta si manifesta, investendolo senza freni: la sparizione del padre, il trasloco in un’altra zona, la morte della adorata zia, la presunta anormalità. A confortarlo e a salvarlo dalla solitudine c’è lo studio, i pensieri, vivaci e senza limiti, la curiosità verso l’ignoto e la natura.

Camaleonte decide di adattarsi, di vivere secondo i canoni imposti senza rischiare, coltivando un’irrazionale voglia di responsabilità. Ciò non lo salva dai suoi simili, spietati e potenti, che lo costringono a scappare via dalla sua terra, verso un ignoto chiamato Europa.

Un viaggio lungo e pericoloso, attraverso posti incantevoli abitati da personaggi senza scrupoli, poveri diavoli, disperati, dalla sopravvivenza e dalla morte.

Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall’infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà.

Breve estratto di Storia di un numero

Guardavo dal finestrino uno spicchio di cielo stellato. Univo le stelle componendo disegni fantastici. Immaginavo che rappresentassero le anime di tutte le persone morte ingiustamente, ascese in cielo e destinate a guidare il cammino dei viaggiatori nelle notti serene, sgombre da turbamenti atmosferici. Splendevano di vita, luminose e serene, prive dei peccati di noi esseri viventi. Dalle tentazioni di odio e di vendetta, fornendoci un riparo dai desideri di violenza e dalla brama di potere. Le scrutavo, e mi sembrava di poterne vedere i nomi, le vite, le passioni, i sogni. I bambini erano i più luminosi, gaudenti, divertiti dall’altezza e dal panorama, richiamati in continuazione dalle madri, che li spronavano ad assolvere i loro compiti di angeli custodi. Gli uomini, vigorosi e imponenti, forti, quasi accecanti, a riempire la volta con la loro forza. Le donne, infine, bellissime, maestose, suadenti, ci ammagliavano con la loro bellezza. 

Mi addormentai, pensando alla vita. Volai fuori dall’abitacolo e arrivai fino in cielo. Tutto intorno a me c’erano uomini, donne, bambini. Mi osservavano serenamente, fermi, immobili. «Quanti siete?» chiesi alla moltitudine che mi circondava. « Tanti… » mi risposero all’unisono.