Di David Faltoni
La vicenda della Evergreen, che si è incastrata nello stretto di Suez ostruendone la navigazione, è oramai tristemente nota a tutti, sia per le operazione di salvataggio che non sembrano dare il risultato sperato, sia per le conseguenze che sta determinando sull’economia mondiale; infatti, sono rimaste ferme molte navi dentro lo stretto e soprattutto tantissime imbarcazioni sono in attesa di fronte alla due entrate/uscite e , considerata l’enorme quantità di merci che vi passa possiamo immaginare con facilità che danno sia per l’economia ogni giorno di chiusura.
Vorrei porre delle domande visto quello che ho sentito e letto su questa vicenda : si può arrivare a costruire navi di circa mezzo chilometro che trasportano una quantità di container che se distesi uno accanto all’altro sviluppano decine e decine di km ? Quanto inquina questa nave per andare dalla Cina all’Europa andata e ritorno? Se dovesse affondare durante la navigazione che danno ecologico può determinare?
Io le risposte le avrei ma non contano nulla voglio solo soffermarmi su quanto ho letto di una dichiarazione della Coldiretti che sembra abbia affermato che questa situazione rischia di mettere in difficoltà i principali prodotti alimentari nazionali e poi sottolinea che sono bloccati gli arrivi dei fusti di quasi 70 milioni di chili di concentrato di pomodoro cinese , quindi, la situazione e delicata ( io vorrei capire per chi è delicata la situazione se non arriva il concentrato cinese io ne faccio molto volentieri a meno). Riporto questo per sottolineare la follia che stiamo vivendo perché è chiaro che la Coldiretti si preoccupa delle conseguenze sull’industria della trasformazione dei prodotti alimentari, chi lo usa il concentrato di pomodoro se non l’industria alimentare, ed è legittimo che lo faccia ma io credo non sia più possibile continuare ad andare avanti così perché io vorrei che il concentrato di pomodoro fosse prodotto nei nostri campi oramai incolti e non importato; infatti, in questo momento così difficile immaginare una economia mondiale e anche nazionale che favorisce la produzione dei beni primari in loco e non importarli è l’unico modo per creare nuovi posti di lavoro , migliorare la qualità di cosa mangiamo e soprattutto se tutti i paesi seguissero queste scelte non avremmo più bisogno di costruire queste navi enormi, inquineremo meno l’ambiente etc. etc.
Mi voglio soffermare su un esempio per mettere in evidenza la follia di queste scelte: l’UE negli ultimi anni ha destinato enormi risorse alle energie rinnovabili tra le quali le centrali elettriche a biomasse, queste per funzionare hanno bisogno del mais verde , quindi, vengono coltivati milioni di ettari di terreni fertili a granturco che però deve essere tagliato prima che formi il frutto cosi da poterlo fare infradiciare nei silos e produrre gas durante la decomposizione e poi produrre energia elettrica. Ora io mi chiedo se su quei terreni ci coltiviamo i prodotti alimentari per i cittadini invece che importarli dall’Asia (come il concentrato di pomodoro) quanta energia fossile risparmiamo? basta pensare a quanto carburante può consumare la Evergeen e tutte le altre imbarcazioni che ogni giorno solcano gli oceani a questo punto e più che legittimo chiedersi che beneficio ne trae il pianeta dalla produzione di quella energia rinnovabile se poi bruciamo carburati fossili in corrispondenza multipla?
E’ evidente che prima la pandemia e ora fatti come questo ci devono spingere ad immaginare un’economia nazionale ma anche europea diversa perché se non torniamo a produrre gran parte di ciò che consumiamo, dai beni primari a tutti gli altri, non usciremo più da questa situazione drammatica , purtroppo devo concludere che non mi sembra che la politica sia in grado di imporre questi cambiamenti a chi ha interessi contrari e vuole che tutto rimanga come era e che torni come prima ……. le varie multinazionali che sono oramai stati sopra agli stati geografici e nessuno sembra poterli o volerli condizionare ….. Aime
Tiriamo avanti e vediamo che succede ma tutti questi fatti : pandemia, crisi economica e ora la Evergreen forse sono il segnale che il pianeta non ne può più e ci dovremo fermare presto e riflettere bene indipendentemente dagli interessi delle multinazionali.