Arezzo in AZIONE – Comunicato stampa Arezzo, 18 marzo 2021
Azione: Non c’è “credibilità culturale” nell’assenza dalle istituzioni cittadine e nel rifiuto di un confronto pubblico.
Pochi rammenteranno le parole di Toqueville che scriveva “Il padrone non dice più: tu penserai come me o morirai; dice: sei libero di non pensare come me; la tua vita, i tuoi beni, tutto ti resta; ma da questo giorno tu sei uno straniero tra noi.”
Parole che racchiudono il senso politico di una maggioranza che si nega alla città per non restare straniera al potere che la domina. Le immagini in streaming del consiglio Comunale del 17 marzo monco della componente di appoggio al Sindaco e il suono delle note dell’Inno di Italia diffuso davanti solo ai 13 consiglieri di minoranza sono una pagina politica di misero spessore.
Le parole del Sindaco, che subito dopo la sua recente elezione affermava “In 5 anni abbiamo dimostrato che il buon governo è una cosa vera. Noi ne siamo la dimostrazione vivente. Dobbiamo recuperare credibilità culturale.”, oggi stridono davanti a fatti politici che forse con il “buon governo” hanno poco a che vedere.
Il 17 marzo 2020, nel 160° giorno dall’unità d’Italia, Arezzo è stata imbavagliata da una maggioranza che rinnega il confronto su un atto di indirizzo, unico punto all’ordine del giorno, con il quale veniva chiesto a sindaco e giunta da 4 consiglieri di minoranza di adottare ogni provvedimento necessario affinché il Comune si costituisse parte civile nel procedimento penale relativo a Coingas/Estra.
Presenti solo 13 consiglieri, la seduta non ha raggiunto il numero legale sia al primo che al secondo appello.
Se è vero che lo Statuto del Comune prevede la regola secondo cui le sedute del Consiglio sono valide con la presenza della metà dei consiglieri assegnati, non computandosi a tal fine il Sindaco (quorum strutturale), è evidente che l’uso strumentale della regola implica una responsabilità politica.
Azione rileva che l’attuale maggioranza, con tale comportamento, ha eluso le finalità proprie del Consiglio comunale impedendo di fatto l’esercizio della prerogativa consiliare di indirizzo generale e controllo politico-amministrativo dell’attività dell’Ente.
Azione osserva che impedire consapevolmente e strategicamente l’esercizio delle prerogative consiliari poste a tutela di tutta la città in modo da spogliare del diritto di ascolto e indirizzo molti cittadini di Arezzo porta alla triste conclusione di avere reso questi ultimi “stranieri” nella propria città.
Azione constatata che il 17 marzo 2021 è stata scritta una pagina buia per la vita democratica della città di Arezzo, una pagina dove è stato tracciato uno stile politico e comportamentale indegno per chi si ritiene paladino del “buon governo” ed invita tutti i consiglieri di maggioranza al rispetto politico ed all’apertura al confronto, atteggiamenti tutti utili a rifondare la nuova “credibilità culturale” ricercata , invano ad oggi, dal suo rappresentante politico.